Congresso S.G.O.F. Società Francofona di Genetica Oftalmologica
Firenze, 16 – 17 Ottobre 2015
Prima di iniziare ad illustrare quanto presentato al congresso SGOF, RP Liguria desidera ringraziare gli organizzatori nella persona del Dott. Andrea Sodi dell’ U.O. Oculistica dell’Ospedale Careggi di Firenze e del dott. Cristian Hamel presidente e coordinatore scientifico della Società SGOF, per l’ospitalità offerta. In particolare ci complimentiamo con il dott. Sodi che, attraverso i suoi frequenti contatti per motivi professionali con i ricercatori e clinici della società francofona, ha realizzato le condizioni per la venuta in Italia del congresso, creando l’opportunità per un prezioso ed interessantissimo interscambio scientifico, tra i clinici e i ricercatori delle due scuole – Francofona (Francia, Belgio e Svizzera Francese) ed Italiana.
Il programma del congresso, che ha evidenziato un’elevata eccellenza scientifica, è stato molto vasto, intenso ed articolato. Scusandoci con i numerosissimi relatori, per rendere la relazione più fruibile, un siamo costretti, a fare soltanto breve cenno delle relazioni e conferenze rientranti nell’ambito delle patologie retiniche e del nervo ottico, soffermandoci brevemente solo su argomenti ritenuti d’interesse generale. Altresì a pubblicare una prima parte su questo numero di “Occhi Aperti” e la seconda nella prossima edizione della rivista.
Al mattino del venerdì il tema delle relazioni ha riguardato i lavori sperimentali. Il lavoro presentato (Sarah Decembrini, Losanna) ha trattato la caratterizzazione approfondita di una linea di topi transgenici finalizzato a successivo trapianto di coni in un modello murino con distrofia coni-bastoncelli, al fine di aprire nuove prospettive di ricerca e conoscenze in merito allo sviluppo, della fisiolopatologia dei coni. (Vasiliki Kalatzis, Montpellier) ha affrontato l’argomento: prove di concetto di trasferimento genico tramite AAV Virus di epitelio pigmentato retinico derivato da cellule staminali pluripotenti indotte. Sempre nell’ambito della ricerca di base, (Martial Mbefo, Losanna), ha rivolto gli studi sul ruolo del ciclo cellulare e dei marcatori epigenetici nella degenerazione retinica, al fine di comprendere, in un ambito molto eterogeneo di vie cellulari, i meccanismi che portano alla morte dei fotorecettori impedendo e rendendo difficile la messa in opera di strategie terapeutiche affidabili. Altri interessanti interventi della mattinata hanno riguardato le prime prove di terapia genica per una grave forma di Neuropatia ottica associata alla Sindrome di Wolfram (Cecile Delettre, Montpellier), terapia la quale sembra rallentare la minorazione visiva. (Fouzia Studer, Strasburgo) ha presentato i risultati della protesi Argus II, su di un primo paziente affetto da Sindrome di Bardet Bield. La mattinata si è conclusa con la presentazione dei dati di un’indagine sulla qualità di vita dei pazienti RP (Saddek Mohand Said, Parigi) e la conferenza (Christina Zeitz, Parigi) riguardante la Genetica molecolare della Cecità Notturna Stazionaria Congenita, dove la relatrice ha parlato che ad oggi sono stati individuati 4 geni causa di malattia, della sua diagnosi differenziale e che è stato creato un modello animale corrispondente su cui sono iniziate sperimentazioni di terapia genica e intravitreali.
Il pomeriggio ha visto gli interventi (Maria Bacci Giacomo, Firenze) che ha descritto una maculopatia in presenza di una malattia sistemica: Acidemia Metilmatonica con Omocistinuria (dovuta a deficit di vitamina B12) e delle rilevazioni OCT in 10 pazienti pediatrici. (Xavier Zanlonghi, Nantes) ha affrontato l’argomento al riguardo di una maculopatia dalla diagnosi difficile evidenziando il supporto dato dall’Elettroculogramma e dall’esame dell’autofluorescenza per la diagnosi differenziale. (Viet Tran Hoay, Losanna) ha descritto in merito ad una famiglia affetta su due generazioni da malattia di Stargardt in forma dominante con mutazione estremamente rara del gene ELOVL4 ove la mutazione blocca la sintetizzazione degli acidi grassi nei fotorecettori. Autofluorescenza nella malattia di Stargardt: Correlazioni morfo-funzionali (Maria Pia Manitto, Italia) è il titolo della relazione in cui la dottoressa ha descritto l’esame non invasivo che sfrutta le sostanze presenti nell’epitelio pigmentato, dove, attraverso due tecniche a seconda dei filtri (Blu light o Infrared) vengono analizzati i valori di emissione della lipofuscina o della melanina, per ricavarne informazioni utili oltre che per prognosi e follow-up anche per future possibili terapie. (Crhistian Hamel, Montpellier) ha presentato un interessante caso, ancora in corso di studio, di due pazienti con RP sporadica aventi irregolarità dell’autofluorescenza perimaculare tale da far supporre una forma genetica particolare. Altro caso particolare presentato (Martine Mauget Faysse, Lione) riguarda quello di un paziente di 61 anni affetto da una Vasculopatia Polipoide associata a Malattia di Best 1, mai recensito in letteratura, trattato per la parte delle lesioni polipoidali con antiangiogenico Aflibercept (Eylea). Lo studio proposto (Andrea Sodi, Firenze) ha valutato la prevalenza del polimorfismo CFH Y402H legato al sistema del complemento evidenziando una sua presenza per l’AMD più marcata rispetto alle forme RP (retinite pigmentosa) e l’assenza nella Malattia di Stargardt. Focalizzando in questo contesto la necessità di verificare quanto il ruolo conseguente dell’infiammazione presente nelle malattie AMD e RP incida sull’evoluzione delle stesse, dal momento che esistono varie strategie per controllarla.
Lo studio molecolare del gene USH2A (Ilaria Passerini, Firenze) effettuato con le moderne tecnologie, su un campione di 136 pazienti italiani, ha permesso di trarre interessanti dati e di catalogare le varianti geniche coinvolte in varie forme di RP e Sindrome di Usher, ricavando preziose informazioni anche per delle più precise diagnosi differenziali. Inoltre si è confermata l’indicazione che quando il paziente ha almeno una mutazione classificata “grave”, in ogni caso è consigliabile l’approfondimento audiologico. Anche in questo studio (Isabelle Perault, Parigi) la diagnosi molecolare tramite tecnologia NGS effettuata su 265 pazienti affetti a da Amaurosi congenita di Leber o grave Distrofia retinica ad insorgenza precoce, ha permesso di dare molte risposte appropriate. La relatrice inoltre ha sottolineato che, grazie alla tecnologia NGS, è passata dai 300 pazienti classificati in più di 10 anni con le precedenti tecnologie, ai 185 in pochi mesi con NGS. Sempre parlando di queste moderne tecnologie (Isabelle Audo, Parigi), è stato evidenziato attraverso la presentazione di una coorte di pazienti con distrofia dei coni o coni-bastoncelli come il fenotipo possa aiutare e contribuire all’interpretazione dei dati ottenuti tramite NGS.
Nella conferenza (Francesca Torricelli, Firenze) la dottoressa ha evidenziato le potenzialità delle nuove tecnologie NGS che permettono, di poter procedere all’analisi molecolare in tempi brevi rispetto alle tecniche precedenti e attraverso la notevole mole di dati che si ottengono, avere la possibilità di valutare e dare una risposta anche in quelle situazioni in cui si ha un’analisi clinica dubbia. Nella relazione sono state illustrate anche le implicazioni etiche in merito ai dati ottenuti.
Nella conferenza “Prospettive di terapia genica nelle malattie oculari” (Francesca Simonelli, Napoli) sono stati riferiti i risultati su pazienti con amaurosi Congenita di Leber con mutazione al gene RPE65 che hanno evidenziato miglioramento e stabilità della terapia genica a 3 anni. Inoltre la professoressa ha riferito che sono state avviate terapie con AAV virus per la RP (gene MERTK), la Coroideremia, la Retinoschisi X-Linked, e con i lentivirus la malattia di Stargardt (gene ABCA4) e Sindrome di Uscher (gene MYO7A).
Il Sabato mattina è ripreso con la relazione (Vasily Smiirnov, Lille) su due casi di Pseudoretinite pigmentosa: atrofia retino-coroideale paravenosa pigmentata nel bambino. (Sarah Perez-Roustit; Montpellier) ha descritto su una particolare forma di Amaurosi Congenita di Leber dovuta alla mutazione del gene KCNJ13. (Isabelle Drumare, Lille) ha relazionato in merito ad una forma sindromica di emeralopia associata anche ad epilessia dovuta ad una delezione genica. (Ariane De Lassus, Losanna) ha focalizzato lo studio del gene CTC1 che causa una grave sindrome denominata Coats Plus, ma che inizialmente può sviare la diagnosi clinica presentandosi come se fosse una Retinopatia del prematuro. Le vitreoretinopatie ereditarie (Cyril Burin Des Rosiers, Parigi) sono classificate in “degenerative” ed “essudative” ,la loro diagnosi molecolare molte volte risulta complessa, il relatore ha riferito che è stata messa a punto una tecnica NGS-bersaglio sugli 11 geni conosciuti che permette di rivoluzionare l’approccio diagnostico per queste patologie.
Nella conferenza “Gli impianti retinici nella Retinite Pigmentosa” (Stanislao Rizzo, Firenze) il professore ha indicato i svariati lavori in merito alla protesi retinica effettuati nel mondo. Solo tre di essi hanno espresso potenzialità significative: Optobionics (Alan Chow – sospeso per mancanza di finanaziamenti), Alpha-IMS (Eberard Zenner, Tubinga) e Second Sight – Argus II. Dei tre, solo Argus II ha ricevuto l’approvazione FDA ed EMA ed oggi è impiantabile. In Italia ad oggi, sono stati impiantati già 21 pazienti (11 maschi e 10 femmine) compresi tra i 30 e i 65 anni di età, la chirurgia richiede un’incisione di 5 mm e si è passati dal primo intervento di durata attorno alle 3 ore e mezzo alle attuali meno di 2 ore. Ampio spazio è stato dato ai risultati ottenuti (4 anni e mezzo circa di follow-up per il primo paziente) e alla necessità di approfondita valutazione degli aspetti motivazionali e aspettative del paziente per aderire all’intervento.
(Guy Leaners, Angers) sempre in tema di analisi NGS, in questo caso applicata alla Neuropatia Ottica Ereditaria ha riferito che nell’ultimo anno sono stati identificati nuovi geni malattia dando avvio a studi fisiopatologici. (Isabelle Meunier, Montpellier) ha riferito gli studi identificativi di un gene su una rara distrofia a trasmissione autosomica dominante denominata Retinopatia Increspata della Martinica, su di una famiglia che vede 4 affetti in 3 generazioni. “Una Neuropatia Ottica….. Trattabile” (Agathe Roubertie, Montpellier), la neuropatia ottica può far parte di un quadro clinico neurodegenerativo o metabolico compromesso. Il caso presentato è quello di una ragazza di 18 anni trattata con Riboflavina (Vitamina B2) che dopo 5 mesi, ha presentato un miglioramento della funzione visiva e di altri parametri fisici che erano compromessi. (Veronika Vaclavik, Losanna) ha presentato l’identificazione di un nuovo gene (COL6A6) su 4 generazioni di una stessa famiglia, causativo di Retinite Pigmentosa autosomica dominante il cui esordio avviene in media tarda età. Una seconda famiglia affetta sempre da RP ha evidenziato una variante sullo stesso gene.
Alla conclusione dei lavori, prima dei saluti degli organizzatori, sono state premiate alcune presentazioni.
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